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sabato 29 gennaio 2011

Al cinema: Qualunquemente*** di Giulio Manfredonia

Bella parodia di come un uomo qualunque e qualunquista, solo molto sfrontato ed arrogante, diventi sindaco in un paesino della Calabria per difendere i propri interessi e per evitare che cambi il rodatissimo sistema. Cetto la Qualunque rientra dalla latitanza e decide di sfidare il candidato serio per far sì che l'ingiustizia, l'evasione fiscale e la legge del più forte (e del più furbo) continuino a regnare incontrastati: e ci riesce, promettendo "più pilu per tutti", abolizione di ogni forma di tassazione, più ricchezza per tutti; ricorre ad intimidazioni mafiose, a propaganda di bassissimo livello, all'offerta di avvenenti ragazze come oggetti di piacere, al ricorso di un professionista della comunicazione (Sergio Rubini) ed infine ai brogli elettorali.

Il film è molto più impegnato di quel che sembra, infatti ci presenta l'ascesa di un personaggio disonesto, volgare e furbo che fa leva su quella parte (sempre più ampia) di società incosciente e inconsistente che si lascia corrompere dall'idea di una vita più facile e divertente anche se palesemente irrealizzabile.
I chiari riferimenti al modo di fare politica attuale, ai personaggi farlocchi che ci ritroviamo a condurre un Paese alla deriva, alla volgarità e superficialità dilagante ci fanno capire che la realtà ha ormai superato la fantasia. E ci lascia un vago senso di abbattimento e di tristezza, anche perchè il "cattivo", così come nella realtà, vince su tutta la linea e la fa franca. Non c'è speranza...
Bella critica sociale, efficace. Si ride, ma a denti stretti perchè, guardando bene, si dovrebbe piangere.


Albanese riesce a caratterizzare e sfumare meglio il suo personaggio di Cetto La Qualunque, è formidabile, vale la pena vedere il film anche soltanto per lui!
Molte le battute divertenti e alcune scene sono davvero esilaranti.

venerdì 21 gennaio 2011

Trailer: Beautiful dal 4 febbraio al cinema. Finalmente!

Presentato al Festival di Cannes 2010, Javier Bardem era stato premiato come miglior attore e pare che la proiezione fosse terminata con applausi scroscianti e grande commozione.
D'altronde Inarritu è conosciuto per l'impressionante intensità dei suoi film, per l'approfondimento psicologico, per una visione spesso complessa e sfumata, accompagnata da una chiave di lettura alternativa delle situazioni particolarmente drammatiche che racconta.
Io ne sono una grande estimatrice e non vedo l'ora di assistere a questo film, che narra la vita di un padre (Javier Bardem) che si occupa da solo dei 2 figli poichè la moglie è psicologicamente instabile (che allegria, però!).
La location del film è un'inedita Barcellona, quella emarginata, dei vicoli nascosti sconosciuti ai turisti.

Non aggiungo altro, leggerete tutto e di più nella recensione che sicuramente farò non appena uscirà il film, sono molto curiosa di vederlo. A presto!

giovedì 20 gennaio 2011

Trailer: Qualunquemente: Albanese da domani al cinema (21/01)

DVD: The Assassination*** di Niels Mueller - 2004

Uno tra i tanti ruoli in cui Sean Penn interpreta e ben rappresenta personaggi alternativi: in questo caso un apparente uomo normale che tenta di essere ben inserito in un contesto sociale e lavorativo, ma fallisce. E' vittima del sistema americano, macinato e poi risputato dalle sue fauci.

Sean Penn
Questo film non è certo basato sul solito sfruttatissimo schema dell'uomo medio che parte svantaggiato, lotta, si sforza e vince realizzando il "sogno americano". No, qui Sean Penn è un timido, goffo e infine frustrato e disperato omuncolo con una classica casetta americana che tenta di tenersi un lavoro senza mai riuscirci, lasciato e rifiutato dalla normale moglie, che lui ama ancora.

Persino l'ultima speranza a cui aggrapparsi (aprire una sua impresa con un amico) fallisce, così poco a poco inizia il lento ed inesorabile declino psicologico, esplode tutta la sua rabbia repressa contro una società che lo rifiuta e che gli impedisce di essere felice. Focalizza interamente il suo malessere sul Presidente Nixon, simbolo massimo di una società corrotta che lo annulla.
Sam è l'uomo "normale", con una corretta ed equa visione del mondo che ad un certo punto si ritrova in bilico tra normalità e follia, fino ad oltrepassare il limite. 
Il film cerca di seguire i ragionamenti, le motivazioni che conducono a questo stato, senza tralasciare le analisi lucide e condivisibili di alcuni aspetti.

Sean Penn e Naomi Watts
Molto belle, infatti, alcune parti
dove le riflessioni di Sam appaiono come profonde e sconcertanti verità!
E vera è anche la storia di Sam Biche, a cui il film si è ispirato. 

Assolutamente fantastico, credibile e perfetto Sean Penn! Numero Uno.

giovedì 13 gennaio 2011

DVD: Codice 46*** di Michael Winterbottom - 2003

E' ambientato in una Shanghai multietnica e futuristica dominata da ferree regole orwelliane:
innanzitutto solo quelli che godono di una copertura assicurativa hanno la possibilità di condurre una vita normale; lo Stato controlla e regola le nascite (il codice 46 è quello che definisce i motivi genetici secondo i quali accoppiarsi); quelli che cadono in disgrazia sono costretti a fare i dannati del pianeta (tipo girone infernale) nelle zone più povere ed arretrate .

William (Tim Robbins) è un ispettore assicurativo che verifica che chi abita in città possieda un certificato assicurativo e si occupa di smascherare i falsificatori di assicurazioni. Si imbatte in Maria (Samantha Morton), falsificatrice esperta, e se ne innamora all'istante, buttando all'aria ogni sua etica professionale. Poi fa ritorno nella sua città, presso la propria famiglia; quando torna a Shangai scopre che Maria è stata costretta ad abortire (a causa del codice 46 ai due non sarebbe stato concesso di procreare) e le è stata cancellata la memoria relativa al periodo passato con lui. Lui riesce a ricominciare da zero con lei e a riconquistarla, ma in un mondo in cui vige il controllo e non esiste libertà, la loro storia diventerà impossibile.

Ho apprezzato la trama, molto affascinante, e l'ambientazione di questo film di fantascienza che ricorda un po' Gattaca. Particolarmente romantico l'intreccio amoroso tra due bei personaggi, che danno vita a dialoghi interessanti e a personalità ricche e profonde.

Qua e là qualche lentezza. Ma il film è godibile e insolito, la visione apocalittica che travolge l'umanità con grande violenza psicologica è efficace, ci induce a  pensare ad un futuro tragico e controllato dove l'uomo non ha più spazio per i propri sogni, nè per fare delle scelte libere. Molto orwelliano, appunto.
Importante e bella la storia tra i due personaggi, ben approfonditi dal punto di vista psicologico.

La voce fuori campo che racconta (e forse spiega troppo) alcuni momenti è stata molto criticata, invece io non riesco proprio a farlo ... ho un debole per i film con la voce fuori campo!

sabato 8 gennaio 2011

Anteprime: The tree of life, con Sean Penn e Brad Pitt



L'uscita del nuovo film del regista di culto Terrence Malick è prevista a maggio negli Stati Uniti, e forse parteciperà anche al Festival di Cannes.
C'è già chi lo definisce un capolavoro. Molto probabile.
Non so come riescano ad avere anticipazioni, perchè Malick è persona riservatissima e addirittura allergica ai media e alla mondanità, infatti è dagli anni '70 che non rilascia alcuna intervista. Ogni suo film, dunque, è normalmente avvolto di mistero.

Insolito personaggio, controcorrente per lo star-system americano: in circa 40 anni ha diretto solo cinque film (La rabbia giovane, I giorni del cielo, La sottile linea rossa, The new world e The tree of life) eppure è considerato tra i più apprezzati registi a livello internazionale. In effetti è molto incisivo.
La partecipazione di Sean Penn rappresenta una ulteriore garanzia di qualità, se ce ne fosse bisogno, dato che è sempre molto selettivo, persino maniacale nella scelta dei ruoli e dei film. Inoltre recita Brad Pitt, che produce anche il film. Presente l'emergente Jessica Chastain.
E si parte con ottime basi, direi.


Protagonista del film è un bambino di 11 anni, cresciuto con due visioni diverse della vita: quella materna, amorevole e incantata, e quella paterna, più asciutta e dura. Quando Jack si ammalerà e si ritroverà poi adulto e fragile comprenderà a fondo l'ottica del padre, e questo gli permetterà di diventare veramente adulto, più solido.
Jack da grande è interpretato da Sean Penn, mentre Brad Pitt è il padre di Jack da piccolo.
Potrebbe sembrare un melodrammone epico, ma sono certa che non lo sarà nel modo più assoluto.

Tutto dipende da COME si fanno le cose, e Malick le fa davvero bene.

venerdì 7 gennaio 2011

Video cult: Frankie Goes to Hollywood

Ecco una vera chicca: il pezzo dei Frankie Goes to Hollywood, parte del cult Omicidio a luci rosse di Brian De Palma

 

DVD: The Elephant Man**** di David Lynch - 1980

 

Candidato a 8 premi Oscar, non ne vinse neanche 1 ... insensato per questa indimenticabile seconda opera di David Lynch, tratta dalla storia vera di John Merrick, giovane dall'aspetto mostruoso a causa di una grave forma di neurofibromatosi.

Inizialmente viene sfruttato come fenomeno da baraccone da loschi individui, poi ricoverato presso il London Hospital dove viene preso in cura da un medico (Antony Hopkins) assennato e sensibile alla sua disperata condizione.
Irriso dal popolo, sbeffeggiato e talvolta crudelmente seviziato dai suoi aguzzini, studiato e sfruttato dalla scienza ... questo il suo triste destino, a cui non si oppone.

La storia è vista e sentita soprattutto dal punto di vista di John Merrick, che vive con la paura di provocare paura nel prossimo e che soffre per le reazioni che incute. Il film esprime tutta la struggente sofferenza di un'umanità vittima del destino e indifesa, tutta la crudeltà di un mondo sordo e cieco di fronte alla diversità. Con grande acume e delicatezza, con sentimento autentico e condivisione.

Raffinatissimo bianco e nero che rende a meraviglia l'epoca rappresentata (fine '800).

giovedì 6 gennaio 2011

Al cinema: Megamind**** di Tom McGrait (Dreamworks)

Un film animato in computer grafica che si distingue da tutti gli altri, in assoluto il più riuscito della Dreamworks!

Metroman e Megamind si ritrovano da bambini sulla Terra, rimbalzati da un pianeta che esplode, e crescono casualmente in due condizioni diverse: l'uno è bello, atletico e carismatico, diviene popolare presso i compagni di scuola da subito mentre l'altro, cresciuto in una prigione, è timido e impacciato, rifiutato dagli altri bambini e cresce con propositi bellici e distruttivi.  Entrambi dotati di superpoteri, da grandi saranno rivali, infatti Metroman diventerà il difensore della città contro Megamind, che vorrebbe trasformarla nel regno del male. Ma quando il male avrà la meglio e riuscirà ad eliminare il bene, Megamind si ritroverà spiazzato, annoiato e senza uno scopo: avere un opposto da combattere. Per far fronte a questo annoso problema, creerà da un uomo  normale senza particolari pregi un supereroe che possa contrastarlo.
Metroman
Il bene non è poi così bene, infatti Metroman (l'eroe "Buono") è soprattutto narciso e piacione, mentre Megamind si dimostrerà migliore di quanto appare; l'eroe creato dal nulla, dall'ordinario uomo mediocre, sarà il peggiore di tutti in quanto sfrutterà la fortuna del momento per raggiungere interessi puramente personali. La bella di turno, desiderata da tutti, non è la solita svampita, ma è una donna moderna e decisa, sensibile (incredibile, eh?). Questi sono i suoi naturali super-poteri.

Nulla è scontato, i ruoli prima sono classici, poi si ribaltano e infine assumono nuove e interessanti sfumature, mai banali nè retoriche. E già non mi sembra poco!
Aggiungiamo il fatto che la trama è curata nei dettagli, avvincente e capace di bilanciare lo spazio dedicato alla parola e  quello dedicato all'azione.
Aggiungiamo che i dialoghi sono brillanti e pieni di sottile umorismo. Aggiungiamo ancora personaggi ben delineati e sfumati con ironia e originalità.
Varie citazioni cinefile, da Star Wars a Il padrino, a Nosferatu.
E, dulcis in fundo, tecnologia grafica che migliora in modo evidente l'espressività dei personaggi.

Ne esce una ricetta da gourmet, adatta anche a palati raffinati ed allo stesso tempo ideale per nutrire i bambini con una storia intelligente, con temi importanti trattati con la leggerezza di uno spettacolare cartoon.
E anch' io mi sono divertita come una bambina!

mercoledì 5 gennaio 2011

Trailer: Hereafter da oggi al cinema

Il nuovo thriller soprannaturale di Clint Eastwood, dopo la presentazione al Torino Film Festival, è ora presente nelle sale italiane. Le storie di tre persone che in qualche modo hanno conosciuto la morte si intrecciano ponendo questioni su alcune tra le domande fondamentali dell'uomo. Sono curiosa di conoscere le risposte di questa indagine, quindi troverete molto presto la mia recensione.

domenica 2 gennaio 2011

Anteprime: This must be the place - Sorrentino dirige Sean Penn

Il nuovo film di Paolo Sorrentino è iniziato a Dublino ad agosto, prosegue negli Stati Uniti e vede Sean Penn come protagonista.
Racconta la storia della rockstar Cheyenne (Sean Penn), che una volta ritiratosi dalle scene decide di mettersi alla ricerca dei superstiti nazisti che perseguitarono suo padre.

Due anni fa' Sean Penn era Presidente della Giuria a Cannes, mentre Paolo Sorrentino partecipava al concorso con Il Divo , che vinse il Premio della Giuria. Dice Sorrentino: “Mi si avvicinò Sean Penn e mi disse di tenerlo presente per il mio prossimo film. Una frase che allora mi sembrò particolarmente sconclusionata vista la differenza di peso tra me e lui. Ma che mi diede una grande spinta”. E ancora: “È una commedia stralunata, per il personaggio di Sean Penn. La vicenda si gioca su due binari. Uno intimo: il mancato rapporto tra padre e figlio sullo sfondo dell’Olocausto. E uno più ambizioso: la ricerca di una forma di pacificazione con l’orrore nazista. Un film solare, aperto, dove il protagonista non è portatore di misteri ma di gioia e cerca di ricomporre due famiglie: la sua e quella dell’Europa”.

Nel ruolo della moglie di Sean Penn, Frances McDormand mentre la colonna sonora è di David Byrne, fondatore dei Talking Heads (‘Ho passato l’adolescenza a venerarli’, ha confessato il regista).


Frances McDormand

Attendiamo con ansia l'uscita in sala il 14 ottobre 2011 del primo film di Sorrentino girato in inglese, ma di produzione completamente europea.