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domenica 30 ottobre 2011

DVD: Son de mar*1/2 di Bigas Luna - 2001


Il mare è protagonista, scandisce le fasi importanti di questa storia d'amore appassionato tra Ulises (Jordi Mollà), un  bel professore di letteratura, e Martina (Leonor Watling).
C'è l'innamoramento, dicevamo, che inizia a sfumare dopo il matrimonio e la nascita di un figlio. Ulises sparisce in mare con la sua barca Son de mar, per anni viene creduto morto tanto che Martina si sposa con il suo ricco datore di lavoro, Sierra (Eduard Fernandez).
Ma Ulises riappare e riprende clandestinamente la sua storia con Martina, mai dimenticata, suscitando le ire del marito.
E sarà vendetta, tremenda vendetta.


Film troppo pretenzioso, che non mantiene ciò che sembra promettere.
Propone una sorta di Odissea poco persuasiva, ricca di simbolismi e paralleli mitologici e psicologici ma piena di incoerenze logiche e strutturali. Mancano la profondità e l'approfondimento, la passione autentica di un amore che sembra poco amore e che per questo non convince.





Bella la fotografia, soprattutto quella paesaggistica dove il mare e il cielo si fondono dando vita a immagini di grande impatto visivo.






Bigas Luna è un regista catalano del genere erotico, dunque il rapporto carnale tra i due protagonisti rappresenta la colonna portante del film e parecchie sono le scene di sesso e passione, tutte un po' patinate.




Oh, finalmente un "DVD da perdere", la mia etichetta languiva, si lamentava perchè da parecchio questa sezione era abbandonata a se stessa... et voilà!

sabato 29 ottobre 2011

Video Cult: Il settimo sigillo di Ingmar Bergman


Al cinema: Melancholia***1/2 di Lars Von Trier


“La terra è corrotta, non c’è alcun bisogno di affliggersi per lei.
Nessuno ne sentirà la mancanza”.

Perchè nell'Universo ci siamo solo noi, siamo i soli ed unici abitanti di un puntino nell'immensità cosmica. Questa la percezione del regista attraverso le parole di Justine, interpretata da Kirsten Dunst.


Il film è diviso sostanzialmente in un preludio di immagini artistiche e simboliche ed in successive due parti, intitolate alle due sorelle protagoniste del film.


In "Justine" si festeggia il matrimonio di Justine (Kirsten Dunst) con Michael (Alekander Skarsgard): i due sposi, ridendo e scherzando, raggiungono il posto dove ha luogo il ricevimento, incontrano i parenti e gli amici, festeggiano. Ma mano a mano che il tempo passa, Justine si isola e infine prende le distanze dal marito e dagli ospiti. La sua non è una crisi esistenziale, ma piuttosto la percezione della fine del mondo e della vita per l'effetto del passaggio e della possibile collisione con il pianeta Melancholia.


La seconda parte, intitolata "Claire" (Charlotte Gainsburg), vede le due sorelle a casa di Claire in attesa dell'avvicinarsi del pianeta Melancholia alla Terra e le reazioni delle stesse e dei membri della famiglia di Claire a questo evento. Melancholia minaccia sempre di più una catastrofica collissione con la Terra, e questo si riflette inevitabilmente su tutti i personaggi.



"Non c'è posto dove potersi nascondere".

La vita è rappresentata da Von Trier come un insieme di situazioni e riti inutili, senza valore, da cui ne esce un'umanità penosa e abbastanza patetica che non merita redenzione e neppure consolazione.
 Non c'è scampo.
Ogni cosa in cui abbiamo o non abbiamo creduto, che abbiamo costruito e di cui ci siamo illusi condendola con assurde e "terrene" convinzioni è pronta a sfumare in un attimo.
Nell'indifferenza totale.
 E' desolante, si viene messi di fronte ad una cruda realtà e ad una visone priva di fronzoli ed ornamenti, apocalittica.



Ieri sera all'uscita dal cinema ho rischiato anch'io di mettere immediatamente fine alla mia stupida esistenza terrena... infatti la mia amica Simona, che mi accompagnava, era sarcastica e furibonda per averla convinta (anzi, un po' fregata devo ammettere...) a vedere questo film sconfortante (ma interessante! però mi sa che lei non la pensa così). Quindi se prossimamente leggerete sul mio blog la recensione dell' imminente cinepanettone... sappiate che avrò dovuto pagare pegno e soprattutto che la vendetta è un piatto che viene servito freddo e col sorriso goduto di una cara amica! A presto.

giovedì 27 ottobre 2011

Personaggi: Quali attori bucano il video?

Keanu Reeves
Johnny Depp
Sean Penn
Willem Dafoe
Antonio Banderas
Kevin Spacey
Leonardo Di Caprio
Benicio Del Toro
Luigi Lo Cascio
Daniel Auteuil
Tim Roth
Colin Firth
Javier Bardem
Jeff Bridegs


Tony Servillo
Kim Rossi Stuart


Ecco una bella carrellata di attori contemporanei, una mia personale scelta:
 bravi, molti anche belli, tutti sicuramente incisivi.

Tra questi chi preferite? Chi "buca il video"?

E chi avreste aggiunto?

Continueremo poi anche con una carrellata di attrici.

Attendo i vostri commenti! Ciao, a presto

martedì 25 ottobre 2011

VIDEO CULT: Nutella

Come vorrei anch'io...

DVD: L'estate di Kikujiro**1/2 di Takeshi Kitano 1999

Takeshi Kitano e Yusuke Sekiguchi

Storia di un viaggio di formazione, di un'estate particolare attraverso cui i personaggi vivono anche un cambiamento interiore.

Un yakuza (mafioso giapponese, interpretato dallo stesso regista Kitano) accompagna un bambino triste e solitario alla ricerca della madre. Il bambino scoprirà l'amara verità, ma sarà più dolce da sopportare grazie alla vicinanza di questo nuovo amico, che gli insegnerà a colorare la propria vita e a renderla più accettabile e persino piacevole.




Durante il lungo viaggio incontreranno vari strani personaggi, alcuni si uniranno a loro, altri proseguirano per la loro strada, con certi ci sarà uno scontro, causato dal carattere prepotente e iroso del yakuza. In realtà il personaggio di Kitano, che viene chiamato per tutto il film semplicemente "signore" e ci viene fatto conoscere solo tramite l'avventura di questo viaggio, è migliore di ciò che appare: col bambino esce la parte migliore di sè, quella dolce e sensibile.


Il viaggio rappresenta una sorta di oasi di ristoro dopo la quale tutti dovranno fare ritorno alla solita vita, sempre dura e spietata da affrontare. Ma potranno farlo con qualche risorsa in più.

C'è una certa poesia di fondo, ma chiaramente il film non è ai livelli più sofisticati di Hana-bi (Leone d'oro a Venezia nel 1997).

domenica 23 ottobre 2011

VIDEO CULT: Monologo sulla vita tratto da Hanna e le sue sorelle


DVD: La piccola bottega degli orrori*** di Roger Corman - 1960

Winifred Krelboyne: Non bisogna fidarsi di una donna troppo in salute.
Seymour Krelboyne: Ha avuto un brutto raffreddore, un paio di settimane fa!
Winifred Krelboyne: Oh, un raffreddore, un misero raffreddore! Perché non ti trovi una vera donna, figlio mio, con qualcosa di decente... come una mononucleosi o i calcoli biliari...
Seymour Krelboyne: Beh, forse se le prenderà, prima o poi...

Seymur, interpretato da Jonathan Haze
Black comedy del 1960, grottesca e surreale, divertente, tutta girata all'interno del piccolo negozio di fiori. Funziona grazie ad un'idea di base originale e ad una sceneggiatura ben scritta.
Il regista, Roger Corman, divenne famoso nel settore dei film horror a basso costo riuscendo ad incassare sempre moltissimo al botteghino pur con investimenti minimi. E già solo per questo è davvero un personaggio interessante e fuori dall'ordinario, che diresse grandi attori come Vincent Price e Boris Carloff e divenne particolarmente celebre per la serie di film basati sulle opere di Edgar Allan Poe. Questo film risulta realizzato con uno dei budget più economici della storia del cinema (30.000 dollari) e pare venne girato in meno di 3 giorni. Una delle parti principali fu affidata a Jack Nicholson (Wilbur Force), a quel momento praticamente sconosciuto.
Roger Corman ha fatto anche il produttore ed ha scoperto grandi talenti come Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Jonathan Demme, James Cameron e Joe Dante.


Roger Corman
Seymour, un timido ed ingenuo commesso nella bottega di fiori del signor Mushinik, trova una pianta originale e singolare che attira l'attenzione di nuovi clienti, soprattutto nel momento in cui inizia a crescere a dismisura. Questo avviene in quanto l'anomalo vegetale parla con Seymur e gli comunica che ha fame; Seymour scopre che aumenta in modo spropositato nel momento in cui viene nutrita di sangue umano; successivamente le esigenze della pianta accresceranno e Seymour sarà costretto a commettere molti omicidi per soddisfare l'insano appetito della pianta carnivora, mentre la polizia inizierà ad indagare sulle strane morti nei dintorni della piccola bottega.



Dalla black comedy di Corman fu tratto successivamente un omonimo e aprrezzatissimo musical, da cui derivò anche la versione cinematografica realizzata nel 1986 da Frank Oz.



sabato 22 ottobre 2011

DVD: Les biches**1/2 di Claude Chabrol - 1968


Stéphane Audran e Jacqueline Sassard

Il titolo è un gioco di parole allusivo: tutto attaccato (lesbiches) significa lesbiche, mentre staccato (les biches) vuol dire cerbiatte, come quelle che dipinge Why (Jacqueline Sassard) sulle strade di Parigi per guadagnare qualche soldo.
E proprio lì, per strada, conosce Frédérique (Stéphane Audran, all'epoca moglie di Chabrol ed ex-moglie di Trintignant, che interpreta Paul), ricca e annoiata borghese che la invita nel suo appartamento e la seduce. Inizia una relazione tra loro; si trasferiscono nella residenza di Saint Tropez di Frédérique, dove incontrano Paul.
Why comincia una storia con Paul, molte breve però perchè Frédérique si inserisce subito nel rapporto fino a diventare la fidanzata di Paul. Why rimane nella casa con loro, finchè la sua presenza diventa insopportabile per la coppia, così come per Why diventa impensabile separarsi da loro.    

Stéphane Audran e Jean-Louis Trintignant

Come sempre, Chabrol si concentra sulla psicologia dei personaggi e ne analizza le ossessioni, i turbamenti per criticare vizi e debolezze della borghesia.
Seppure in modo poco incisivo, per quanto riguarda questo film.
Che è anche volutamente lento... eppure non si riesce a smettere di seguirlo fino alla tragica fine.  

Il tema dell'omosessualità femminile è trattato con eleganza, infatti è sussurrata e mai svelata, così come la sensualità di cui è permeato tutto il film è più suggerita che mostrata. 
Delicatezza e charme di certi registi francesi...

venerdì 21 ottobre 2011

Video Cult: I Simpson e la morte

Al cinema: This must be the place***1/2 di Paolo Sorrentino

Io e Sean Penn!



Sean Penn interpreta Cheyenne, una ex-rockstar degli anni '80 ora 50enne, una sorta di fragile ed annoiato "bambino invecchiato" che vive di rendita in un castello a Dublino grazie ad un passato glorioso. Ogni giorno si trucca e adotta lo stesso look di quando era una rockstar, la sua è una specie di maschera che lo tiene legato al passato, ma allo stesso tempo lo distacca dal presente.



Robert Smith




Il suo aspetto ricorda molto quello di Robert Smith, fondatore dei Cure, o quello dell'Edward mani di forbice di Tim Burton, a cui il regista si era in effetti  ispirato proprio per la creazione del suo personaggio gotico interpretato poi da Johnny Depp.






A very good advice è la canzone di Robert Smith presente anche in Alice in Wonderland di Tim Burton.

Tornando a This must be the place, Cheyenne è un personaggio curioso e complesso a cui Sean Penn, naturalmente, riesce a dare il giusto spessore e la perfetta caratterizzazione senza cadere nel ridicolo.
La morte del padre, con il quale non era più in contatto, lo riporta a New York dove scopre che l'uomo era ossessionato da un'idea: vendicarsi per un'umiliazione subita da un criminale nazista. Cheyenne decide di proseguire la ricerca avviata dal padre e inizia dunque un viaggio attraverso gli Stati Uniti.
Che sarà anche un viaggio per ritrovare se stesso e una nuova, autentica identità con cui convivere, il coraggio di uscire dal tunnel in cui si era rinchiuso da ragazzino.

Rispetto ai precedenti film di Sorrentino, si nota uno sguardo diverso, di speranza e di dolce malinconia, l'amarezza è stemperata e i toni sono ammorbiditi. Fin troppo positivo, per come ci aveva abituati Sorrentino...
Il film risente di qualche discontinuità narrativa, ma la regia, la fotografia sono grandiose, tanto da farne l'unico regista italiano capace e degno di lavorare anche a livello internazionale. Si distingue, eccome, dalla massa dei tanti anonimi registi italiani...



Stupende le musiche di David Byrne, leader dei Talking Heads e presente con un cammeo anche nel film.

martedì 18 ottobre 2011

Video Cult: una sana risata con Woody Allen


Al cinema: La pelle che abito*** di Pedro Almodovar

Non c'è speranza, ormai Almodovar è votato al melodramma puro, ricco di colpi di scena e di trovate esagerate, quasi da telenovela.
Peccato, un tempo era molto più divertente.

La trama è sofisticata ed eccessiva, sorprendente quindi non aggiungerò troppi elementi per non rischiare di rovinarvi la visione del film...
Un chirurgo plastico (Antonio Banderas) decide di vendicare le proprie sofferenze sfruttando in modo illecito le sue conoscenze sui trapianti di pelle e sulle mutazioni genetiche. Profondamente provato dalla scomparsa della moglie, suicida dopo incalcolabili sofferenze causate da un incidente d'auto che aveva stravolto il suo viso e il suo corpo, il medico decide di vendicarsi dell’aggressione sessuale che ha portato sua figlia dalla follia alla morte. Il giovane violentatore pagherà molto cara quella serata...

L'attrice Elena Anaya

La pelle che abito è girato in modo impeccabile, magistrale, con irruzioni di divertenti quanto improvvise note kitch, come quando un grottesco personaggio vestito da tigre invade l'elegante ambientazione per portare caos e stravolgimenti.
Le scene di sesso sono piuttosto esplicite e forti, soprattutto perchè sempre accompagnate da una violenza fisica o psicologica, brutale e ambigua. Piuttosto sconcertanti...
Anche l'amore è spinto all'eccesso, ossessivo e morboso in ogni sua forma e dimostrazione.

Banderas è sempre Banderas ...bella e brava, così espressiva e credibile Elena Anaya al punto di non far rimpiangere Penelope Cruz.

giovedì 13 ottobre 2011

Al cinema: L'amore che resta ***1/2 di Gus Van Sant

Romanticissimo, questo si sapeva e si capiva subito.  
E' una tragedia nella commedia, perchè i due ragazzi protagonisti sono fantastici e insieme imparano a ridere di tutto, a sdrammatizzare ed a scherzare sulla serietà della morte, da entrambi toccata.
In un modo tenero, emozionale, divertito e a volte scanzonato.

Lei è Annabel, una ragazza malata di cancro e ha un carattere incredibile, dolce, forte e solare; lui è Enoch, un ragazzo sensibile, traumatizzato dalla morte accidentale dei genitori che partecipa compulsivamente a funerali di estranei. Ed è a uno di questi funerali che i due si incontrano.

E già leggendo queste poche righe verrebbe da scappare, si teme il drammone melenso strappalacrime o comunque qualcosa di troppo triste alla "Love story"... ma Gus Van Sant non potrebbe fare una cosa simile, infatti L'amore che resta è toccante, commovente sì, ma con intelligenza e senso dell'umorismo.
Ci sono scene e battute troppo divertenti, simpatiche, alcune comiche, come quando inscenano con fredda ironia l'imminente morte di lei. Ci ridono sopra, la sdrammatizzano prendendola come un normale evento che deve accadere, a cui devono abituarsi. E' difficile, ma si godono i pochi mesi che possono trascorrere insieme, stupendi e che valgono tutta una vita.
Il loro è un meraviglioso scambio, si aiutano a vicenda a non aver paura, si amano immensamente e soprattutto Enoch, che era molto chiuso in se stesso, si apre alla vita e alla bellezza grazie all'intensità dei suoi sentimenti ed a questo incontro indimenticabile. 


Enoch (Henry Hoper) e Annabel (Mia Wasikowska)

Enoch è interpretato da Henry Hopper, figlio d’arte, il padre è Dennis Hopper. Perfetto nella parte, con quell'aria un po' bohemien, stropicciata e gli occhi azzurri e puri. Annabel è invece Mia Wasikowska, la Alice di Alice in Wonderland di Tim Burton e ora al cinema nei panni di Jane Eyre. Bravi entrambi.

Passato in sordina al festival di Cannes e sottovalutato dai critici, è invece un bel film, una dolce e romantica riflessione sulla morte, sull'amore, sulla vita.

martedì 11 ottobre 2011

Trailer: This must be the place




Dovrebbe uscire venerdì 14 ottobre, dai che ci siamo quasi ...

lunedì 10 ottobre 2011

Vere chicche: Tony Servillo legge "Hanno tutti ragione"




Paolo Sorrentino è diventato anche uno scrittore, a me è piaciuto molto il suo primo libro "Hanno tutti ragione"; letto da Servillo poi diventa ancora più appassionante.
E' la storia di Tony Pagoda, un cantante melodico napoletano con un passato interessante, che rientra a Napoli dopo anni trascorsi in America. E' cinico, disincantato, cattivo e insofferente verso tutto, profondamente solo, tragicamente sincero e intelligente. Dice amare verità, vive come è capace, cioè in modo dissoluto e rassegnato, consumando donne e cocaina.
Il libro racconta tutta la vita di questo insolito, fastidioso e insieme straordinario personaggio, che in vecchiaia ripensa a Beatrice, l'unica donna veramente amata, ed ai suoi genitori.
Tony Pagoda è un altro personaggio indimenticabile tratteggiato da Sorrentino.

Bellissimo, da leggere tutto d'un fiato, annotando tantissime frasi (amare) che rimangono impresse e che non potremo, tutto sommato, che condividere. Almeno in parte.

VIDEO CULT: Aprile di Nanni Moretti




Cavolo, questo film è del 1998... sembra che il tempo si sia fermato... 

domenica 9 ottobre 2011

Al cinema: Terraferma ***1/2 di Emanuele Crialese

Film importante il cui protagonista assoluto è il MARE,
che ha strappato il marito a Giulietta (Donatella Finocchiaro), che non garantisce che il minimo della sopravvivenza alla sua famiglia di pescatori. E sempre dal mare arrivano profughi disperati in cerca di una possibilità di vita così come arrivano turisti spensierati in cerca di divertimento e relax. Difficile la convivenza tra elementi tanto contrastanti.

Ci sono due donne, l'isolana Giulietta (Donatella Finocchiaro) e una straniera, Sara (Timnit T.) , che hanno lo stesso sogno: un futuro diverso per i loro figli, la loro Terraferma.

Terraferma è infatti il punto di arrivo a cui aspira chi naviga, ma è anche un'isola attaccata a usanze ferme nel tempo. Ernesto, vecchio pescatore, vorrebbe fermare il tempo; suo nipote Filippo di 20 anni (Filippo Pucillo) ha perso il padre in mare e si ritrova sospeso tra il tempo di suo nonno e il tempo di suo zio Nino (Beppe Fiorello), che ha smesso di pescare pesci per catturare turisti. Sua madre Giulietta sente che il tempo immutabile di quest'isola li ha resi tutti stranieri e che non potrà mai esserci un futuro né per lei, né per suo figlio.

Per vivere bisogna trovare il coraggio di andare.

Un giorno in mare Ernesto e Filippo salvano alcuni profughi, tra cui Sara e suo figlio. Ernesto li accoglie seguendo l'antica legge del mare. Ma la nuova legge dell'uomo non lo permette e la vita della famiglia Pucillo è destinata ad essere scombinata e a dover scegliere una nuova rotta.

Timnit T.
Splendida poesia mediterranea dai tanti delicati risvolti e riflessioni approfondite, importanti in cui Crialese traduce cinematograficamente la difficoltà di adattamento nella realtà umana delle politiche sull'immigrazione ed il progressivo cambiamento di mentalità e comportamento portato dal turismo in una realtà complessa e ancora molto legata ad antiche tradizioni.

Emanuele Crialese riceve il premio della giuria al Festival di Venezia 2011

mercoledì 5 ottobre 2011

VIDEO CULT: Le conseguenze dell'amore




E ora assaporiamoci il capolavoro di Sorrentino, mi piace l'idea di sentire questa musica prima di andare a dormire.
In attesa dell'imminente This must be the place (uscita prevista nelle sale il 14 ottobre).

lunedì 3 ottobre 2011

DVD: Soul kitchen*** di Fatih Akin - 2009

 Adam Bousdoukos
Cinema e Cucina, una ricetta che spesso funziona:
soprattutto se la storia amalgama ad arte personaggi con culture diverse, musica fantastica, una regia moderna e vivace uniti ad un bel lietofine.
E voilà, il piatto è servito. Gustatevelo.

Ad Amburgo Zinos (Adam Bousdoukos) gestisce un pessimo ristorante dal nome Soul Kitchen dove i clienti abituali sono soliti ingurgitare piatti scadenti e birra a volontà. Attorno a lui si muove un piccolo universo multietnico divertente e bizarro di amici, parenti, aiutanti e conoscenti. Un incidente alla schiena costringerà Zinos a dare in gestione il ristorante al fratello casinista, che gli procurerà un sacco di guai, e ad un eccentrico e raffinato chef che lo trasformerà in un locale di tendenza molto ricercato.


E' un film divertentissimo, furbo, con personaggi buffi e simpatici che vi garantisce di trascorrere 99 minuti in allegria e totale relax mentale. E non è poco.



domenica 2 ottobre 2011

Al cinema: I puffi 3D**

Non smaniavo certo per vedere i Puffi... ma i miei figli purtroppo sì e così me li sono sorbiti oggi pomeriggio, ovviamente in una sala che brulicava di bambini muniti di occhiali 3D e odorava intensamente di popcorn. Ma a questo ormai non faccio neppure più caso, anche se devo dire che trovo una pessima abitudine l'abbinamento film-popcorn.

Premetto inoltre che non ho mai avuto un debole per i nanerottoli blu (anzi turchese) e li ho sempre trovati "odiosetti" e noiosi con le loro solite esclamazioni, frasette e canzoncine, dunque avrete capito la difficoltà di tentare di trovare il film in qualche modo piacevole... E' esattamente ciò che ci si aspetta, nessuna sorpresa se non per l'effetto 3D. Un conto è se tu, genitore, ti becchi un cartone come Megamind o altri della Pixar (spesso migliori di tanti film); tutt'altro caso è beccarsi i Puffi... una vera mazzata!
Io odio i Puffi!!!

L'unica novità è che la storia è ambientata principalmente a New York. Come al solito sono inseguiti da Gargamella (Hank Azaria), che scopre il loro magico villaggio; i Puffi scappano nella foresta ma alcuni sbagliano strada ed entrano nella grotta proibita, dove si apre un portale magico che li trasporta a New York. Tornare al loro villaggio con le casette a fungo non sarà impresa facile anche perché, pure a New York, verranno inseguiti da Gargamella. Riusciranno a trovare aiuto da una giovane coppia (Neil Patrick Harris e Jayma Mays) e a tornare naturalmente sani e salvi nel loro mini-villaggio.

A proposito di Gargamella, l'attore che lo impersonava non gli somigliava poi troppo. Io avrei dato la parte a Bersani...




sabato 1 ottobre 2011

DVD: Respiro ***1/2 di Emanuele Crialese - 2002




"Nudo e crudo" è il giudizio di pancia che mi viene da dare su questo film!





L'intento è nobile, infatti Crialese è talmente dominato dall'esigenza di realismo da fare un film che non sembra quasi un film per la maggior parte del tempo, è come se una telecamera invisibile filmasse la realtà di un luogo e di una società all'insaputa dei protagonisti.

E' interamente in "lingua originale", cioè in siciliano, ed è girato a Lampedusa con attori professionisti e non. Il bellissimo paesaggio, incontaminato, essenziale e primitivo, è lo specchio ideale di una società arcaica, povera e governata dagli istinti animaleschi e primordiali dei suoi abitanti.

Grazia (una Valeria Golino incisiva) vive in un villaggio di pescatori con un marito innamorato e quasi ossessionato da lei e dei figli anche loro "innamorati" ed eccessivamente presenti e protettivi nei suoi confonti. E' una "diversa", un personaggio angosciato e sofferente, amorevole e stravagante che provoca una sorta di fascinazione, ma anche di rifiuto e critica per il suo comportamento di ribelle incoerenza. La vita che conduce è rassicurante ma allo stesso tempo opprimente, la voglia di libertà e anche di leggerezza non vengono capite in un piccolo ambiente retrogrado e isolato. Il suo malessere si manifesta con crisi isteriche ed atteggiamenti sempre più incomprensibili ai più, tanto che il marito le comunica la decisione di farla curare in una clinica a Milano. Grazia tenta, a suo modo, la fuga. Uno dei figli l'aiuta nel tentativo di farsi credere morta e la nasconde in una grotta.


 









Da questo momento cambia il ritmo e l'iperrealismo improvvisamente cede il passo ad una parte finale surreale e onirica, contrassegnata da scene eccezionalmente artistiche. Come quella di Grazia che viene raggiunta in mare dal marito, dove è diventata una sirena finalmente libera da facili giudizi e catalogazioni.




Molto impegnativo da vedere, ma lo sforzo viene premiato perchè il film è coraggioso, anticonvenzionale e sentito.
Sicuramente andrò a vedere anche Terraferma, al cinema in questo periodo.