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Mira Sorvino |
Dal 2000 in avanti si è dedicata al cinema indipendente e nel 2010 ha creduto probabilmente in questo film al punto di partecipare alla produzione.
Dicevo, inizia bene il film ma poi, mano a mano, procede meno bene.
Una donna arriva nello chalet di campagna di famiglia, chiaramente isolato e inutilizzato da tempo, abitato da una "presenza" invisibile (un ragazzo alto e pallido) che la affianca e la accompagna ovunque, silenziosamente.
E questa parte l'ho trovata interessante, non mette particolare ansia ma incuriosisce, rende l'atmosfera cupa e densa di mistero.
Ad un certo punto la donna viene raggiunta dal fidanzato, evento che provoca fastidio e insofferenza nello spettro, che inizia ad insinuarsi nella mente della donna.

Uno spettro malvagio si manifesta ed aggrava ulteriormente la situazione, riuscendo a penetrare nella mente della donna e ad influenzarne i pensieri per mettere zizzania tra i due fidanzati.
Propone inoltre al giovane spettro di incarnarsi nel fidanzato della donna; in cambio deve uccidere quest'ultimo.

La trama è insolita, era interessante questo insinuarsi nella mente e manipolarla.
C'erano dei buoni presupposti per un thriller psicologico, non per un horror, come viene definito e come è stato presentato. Non fa abbastanza paura.
Il finale, in particolare, è la parte più debole del film: deludente, tirato. No, proprio non funziona.
Peccato, un'occasione persa, l'idea c'era.
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