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martedì 30 novembre 2010

TOFilmFestival: Contre toi** di Lola Doillon

Kristin Scott Thomas e Pio Marmai in Contre toi
Scelto per aprire il festival venerdì 26 novembre al Teatro Regio, mi ero morsa le mani per non essere riuscita ad andare! Ho recuperato però.

Lei, Kristin Scott Thomas, è una ginecologa che, in partenza per le vacanze, viene rapita e sequestrata da uno sconosciuto, poi relegata in uno scantinato giusto con l'essenziale per vivere. Poco alla volta lui  rivelerà di essere il marito di una donna deceduta durante un cesareo effettuato dalla stessa Anna e di volersi vendicare. Si instaura tra loro un rapporto ambiguo dove l'odio, l'attrazione, le sensazioni contrastanti si mescolano. Anna e Yann sono due persone incapaci di relazionarsi col mondo e quindi tra loro, molto sole e con dei trascorsi che non consentono di cambiare se stessi per costruire un futuro diverso insieme. E' la storia di un amore impossibile.

Quasi tutto il film è ambientato tra quattro mura, tutto incentrato sul rapporto tra Anna e Yann; nonostante questo, non raggiunge grande intensità, nè riesce a mantenere alti l'interesse e la tensione che si potevano presupporre. Alcune scelte nella sceneggiatura sono pure discutibili, per esempio ho trovato un po' banale il motivo di vendetta di Yann, quasi forzato e da telenovela ...

Brava Kristin Scott Thomas, una certezza, ma neppure l'attrice basta a salvare un film che non cattura e non riesce a coinvolgere intimamente.

Molto ambiziosa la regista Lola Doillon, anche sceneggiatrice del film. Forse troppo, la storia era molto difficile da rendere.

lunedì 29 novembre 2010

ToFilmFestival: I due presidenti*** di Richard Loncraine



Sa miscelare abilmente vita pubblica e privata di Bill Clinton (Dennis Quaid) e Tony Blair (Michael Sheen) che, durante gli anni del secondo mandato di Clinton, posero le basi per "a special relashionship" (questo il titolo originale ed anche il fulcro del film).

La storia parte da Tony Blair agli esordi: è un giovane politico desideroso di emergere, su cui i vertici del partito puntano e che riesce con abilità a catturare l'attenzione del popolo e dei media. Parecchio tempo prima che diventasse Primo Ministro, Blair viene convocato da Clinton e da lui sostenuto pubblicamente. Successivamente il legame tra Clinton, Blair e consorti diviene sempre più stretto e amichevole finchè non irrompono nella scena politica internazionale gli scandali legati a Clinton e divergenze politiche, da cui Blair prende le distanze. Pronto a "flirtare" con il successivo presidente (Bush).

Molto incentrato sui rapporti personali tra i due politici, sulla loro psicologia nonchè visione del mondo; spiega, alternando filmati originali dell'epoca, alcune vicende basilari della politica internazionale, come la guerra nell'Irlanda del Nord, il caso Monica Lewinski, l'operazione in Kosovo per destituire Milosevich.

Clinton appare quello più idealista, convinto di poter cambiare il mondo e di poter realizzare un governo di centro-sinistra mondiale, mentre Blair risulta un grande opportunista disposto a tutto pur di governare. Interessanti anche le mogli, molto influenti nelle scelte dei relativi mariti.

Il film ha un bel ritmo, non ci si annoia, ha battute divertenti e scenette di vita privata che rendono i personaggi più reali, umani e vicini a noi; gli attori sono bravi e perfettamente in parte; la sceneggiatura funziona, in quanto realizzata da un esperto, Peter Morgan, già autore di The Queen di Steven Frears, dove Michael Sheen interpretava sempre Tony Blair.





TOFilmFestival: Tournée*** di Mathieu Almaric



Mathieu Almaric in mezzo alle attrici del suo film Tournée


 “La vita è davvero dura, volevo mettere in scena questa durezza, filtrandola attraverso l’ironia di queste splendide donne e della loro arte”.

E' ciò che dice il regista ed attore Mathieu Almaric circa l'arte del burlesque, ben rappresentata nella sua commedia recitata da vere ballerine, tra cui la famosa Dirty Martini (nella foto a sinistra).

Tournée è la storia di un ex-impresario televisivo di successo (Joachim-Mathieu Almaric) che lascia la Francia per gli Stati Uniti; e con essa anche i propri guai, fallimenti, nemici e figli. Rientra in Francia con delle ballerine per organizzare degli spettacoli di burlesque nei teatri. Il film è la rappresentazione di 3 giorni di tournée, durante i quali la vita passata di Joachim rientra in quella presente con una serie di problemi irrisolti che rimangono tali, con la consapevolezza che la compagnia di burlesque è diventata la sua unica e vera famiglia. Il tema principale è la solitudine interiore.

Il film narra e riprende la vita in modo veritiero, realistico, con taglio documentaristico. Il personaggio di Joachim, interpretato da Mathieu Almaric, è malinconico e maledettamente umano, talvolta irritante e talvolta compassionevole. Almaric si conferma un attore straordinario, il suo viso è talmente espressivo da rendere benissimo anche le cicatrici dell'anima di Joachim: potrebbe persino non parlare, il suo viso racconterebbe tutto da solo. L'attore ha già vinto 3 César in Francia, è giustamente considerato tra gli attori più talentuosi ormai a livello internazionale ed apprezzato anche come regista. Io l'avevo trovato indimenticabile nel film Lo scafandro e la farfalla.

Simpatici i numeri di burlesque, tutti piume e pailletes, talvolta un po' kitsch, spesso con ballerine debordanti e spiritosissime. Il bello del film è che nulla è patinato, tutto è così reale e autentico. E viene raccontato con le espressioni facciali, con le gesta, con i fatti; non ci viene spiegato, come invece spesso succede in molti film americani, anche di buon livello.



Quest'anno a Cannes Tournée si era già aggiudicato il premio per la miglior regia.

Il mio Torino Film Festival

Nel week-end sono riuscita ad andare a vedere 3 film del Torino Film Festival. Vediamo ciò che riuscirò a vedere in settimana ... In realtà l'obiettivo del week-end era almeno 4/5, ma ho tentato sia sabato che domenica di assistere a 127 hours di Danny Boyle ... impossibile, credo sia stato il film maggiormente preso d'assalto del festival! E, cosa vergognosa, dopo un'ora di coda non facevano entrare quelli come me con formule di abbonamento, la priorità era data ai possessori di biglietto a prezzo pieno. Quindi io che avevo una formula di 2 film a 10 euro ... non ho visto nessun film e ho speso 10 euro. W il Torino Film festival!

Immorale ... anche la cultura obbedisce alle ferree leggi del mercato, certo. So che è così, purtroppo ... a questo ci siamo rassegnati forse (purtroppo anche per questo) ... ma il tutto poteva almeno essere gestito con un po' di buon senso. Molti turisti che sono venuti a Torino per il festival muniti di abbonamento so che sono rimasti a bocca asciutta spesso e volentieri.

Va beh, con un po' di amarezza inizio con la prima recensione: Tournée di Mathieu Almaric.
Nelle prossime ore gli altri 2.

sabato 27 novembre 2010

DVD: L'amore giovane*** di Ethan Hawke - 2006


Ethan Hawke
Non solo Ethan Hawke è un bravo attore, ma anche un regista dotato e uno scrittore che molto probabilmente leggerò, dal momento che  ho scoperto che il film è stato tratto dal romanzo omonimo da lui scritto. Pare con parecchi spunti autobiografici.

Alla base di questo film, tutto di dialoghi, c'è dunque un bel soggetto e una sceneggiatura che regge bene, infatti riesce a dimostrare che si può rappresentare l'amore e parlarne in modo originale, senza cadere in ovvietà, luoghi comuni e facili sentimentalismi.

Tutto il film è appunto la rappresentazione dell' amore travolgente e passionale tra due ventenni in ogni sua fase e si basa completamente su dialoghi e divagazioni intelligenti, frizzanti e divertenti. Il risultato è un film fresco, giovane e pieno di umorismo.
                                                   Con una bellissima fotografia.

La storia è semplice: William (Mark Webber), un aspirante attore, conosce Sara (Catalina Sandino Moreno), una cantautrice inquieta, a suo modo affascinante e se ne innamora da subito. Perdutamente. E' passione, scoperta, sesso, amore, complicità che poi diventa tormento, sconforto, sofferenza e infine crescita. Ma con una dolce ironia.
Ethan Hawke in questo suo film si ritaglia anche il piccolo ma incisivo ruolo del padre di William.

Non pubblicherò il trailer di L'amore giovane perchè è fuorviante, fa apparire il film diverso da ciò che è, sembra tutto basato sul sesso; e invece non lo è affatto, realmente il sesso è solo la giusta e significativa componente di un insieme di cose ben calibrate. Probabilmente la risposta di questo ingannevole trailer va ricercata in ragioni commerciali e di marketing che non ci interessano. 

E allora godiamoci invece un bel passaggio di un altro film (stupendo), che mi è venuto in mente vedendo questo, sempre con bellissimi dialoghi, sempre con Ethan Hawke, qui come protagonista. Si intitola Prima dell'alba e racconta ancora un amore giovane, l'incontro in treno di un ragazzo e di una ragazza che trascorrono poi a Vienna le 12 ore più belle ed intense della loro vita. Ecco un assaggio:





venerdì 26 novembre 2010

Programma Torino Film Festival n. 28 - 2010

  Dal 26 novembre al 4 dicembre.

Il regista Gianni Amelio, direttore di TFF per il II anno consecutivo

Finalmente oggi inizia il Torino Film Festival, quest'anno con un programma ricchissimo!!!

Tante le anteprime: Jack Goes Boating, Burlesque, Mr. Nice, The Ward e I due presidenti. Tra i film  in concorso già si parla di Winter's Bone, grande sorpresa del Sundance Festival, e di Henry (film noir italiano che mi incuriosisce molto).
A chiusura: Hereafter di Clint Eastwood.

Interessantissima la sezione dei film fuori concorso (30 titoli inediti!): 127 Hours di Danny Boyle (questo proprio non voglio perdermelo!), I due presidenti prodotto dall'americana HBO, Mr. Nice di Bernard Rose, il musical Burlesque (con Christina Aguilera, Cher e Stanley Tucci), il grottesco Super e Napoli 24, film di 24 registi italiani tra cui Paolo Sorrentino.

Incredibili anche le pellicole inserite nelle sezioni secondarie, per esempio The Ward del grande John Carpenter (anche questo non me lo vorrei perdere ...).

Il Gran Premio Torino verrà consegnato a John Boorman, regista di Un tranquillo weekend di paura e Excalibur.

Due le retrospettive: una dedicata a John Houston e l'altra a Vitalij Kanevskij. 'Inoltre "Caro Corso', omaggio a Corso Salani, morto lo scorso 16 giugno.

Ci saranno 30 anteprime mondiali, 9 anteprime europee e 73 anteprime italiane.

Stasera alle ore 20.30 serata di inaugurazione al Teatro Regio con la proiezione del film Contre toi di Lola Dillon.

Se volete maggiori dettagli sul programma: sito ufficiale tff
                                                               programmazione

Per quanto mi riguarda, cercherò di assistere ad alcuni film per raccontarveli subito dopo. Vado ... ciao, a presto!

mercoledì 24 novembre 2010

SERIE TV: Flight of the conchords - su MTV

Ogni mercoledì su MTV alle ore 22.00.

Casualmente una sera, facendo zapping, mi sono imbattuta in questa serie e ho scoperto che per fortuna esistono sempre delle piccole isole di felice creatività e originalità persino in orari accettabili.
Così ora mi sento meglio, ma dopo aver visto Flight of the conchords ed essere entrata nella loro fulminatissima dimensione ... mi sono sentita davvero alla grande. Perchè ho riso tantissimo!

Quelle che vedrete sono le avventure di un duo musicale neozelandese, i Flight of the  conchords, che arrivano a New York per tentare la carriera artistica. I soldi scarseggiano, quindi condividono un modesto appartamentino nel quartiere cinese; anche la carriera non decolla dato che hanno a che fare con un agente sconclusionato e inesperto, un po' cialtrone.

Loro si chiamano sia nella realtà, sia nel serial Bret e Jemaine e interpretano due personaggi spassosissimi e un po' sfigati. Impersonano se stessi (credo però siano molto meno sfigati), infatti sono sul serio la band Flight of the conchords. Le loro vicissitudini sono uno spunto per aprire divertenti siparietti musicali surreali e assolutamente non-sense realizzati come video musicali.

 

Una bella sorpresa questo telefilm, pieno di battute irriverenti e spiritose, "politically uncorrect" (ora si può dire, non è più di moda) e con personaggi ben delineati e soprattutto meravigliosamente svitati!

Bret McKenzie e Jemaine Clement si autodefiniscono con ironia:
"il quarto più popolare duo di chitarristi-digi-bongo a cappella-rap-funk-folk comico della Nuova Zelanda". 

E' tutto detto.

lunedì 22 novembre 2010

DVD: Savage Grace** di T. Kalin - 2007

Non è il mio genere, ma ha alcune cose interessanti.

Per esempio delle atmosfere stile Il Grande GatsbyMorte a Venezia, la ricostruzione storica, i costumi, la fotografia. Il film analizza temi scottanti (adulterio, rapporti sessuali claustrofobici, omosessualità e incesto) e la storia rappresentata è dolorosamente vera.

Infatti è un dramma familiare e sociale che fece grande scalpore negli anni '70. Parla della ricca famiglia americana Beakeland: inizia con la voce fuori campo del figlio Antony (Eddie Redmayne) che parte dal 1946, anno della sua nascita.
Ci descrive la vita familiare e mondana di sua madre Barbara (Julianne Moore), moglie di umili origini del rampollo Brooks Baekeland (Stephen Dillane), inserita nella ricca società dell'epoca, di cui apprezza e allo stesso tempo rifiuta le convenzioni, passando dall'euforia alla depressione.
La storia attraversa le fasi di crescita del figlio, voce narrante, e passa per gli anni '50, '60, fino ad arrivare ai '70.

Tutto gira attorno al rapporto morboso tra madre e figlio, alle loro fragilità emotive,  in particolare quelle di Barbara, che arriva ad avere rapporti sempre più trasgressivi, fino ad un rapporto incestuoso con Antony. La situazione implode con ovvia tragedia
finale, principalmente quella di un ragazzo fragile lasciato a se stesso e alla propria ambigua madre dalla personalità fortemente malata.
La scena dell'incesto, esplicita, è pesante e penosa, difficile da guardare e da digerire. Molto forte. Se lo scopo del regista, Tom Kalin, era solo quello di irritare, scandalizzare e di far odiare la protagonista ... beh, obiettivo raggiunto. Ritengo tuttavia che le dinamiche psicologiche siano state risolte con troppa facilità, infatti le domande senza risposta sui protagonisti sono parecchie. Barbara rimane un mistero inquietante: è una donna problematica, complessa, con un'emotività disturbata, con problemi simili a quelli di tante altre donne appartenenti alla stessa società, con una difficoltà a vivere la propria natura libera da condizionamenti sociali; d'accordo, ma non si capisce come e quando compie quello scatto decisivo che rende successivamente il suo comportamento totalmente malato, fuorviato.

 Tom Kalin, il regista, è dichiaratamente gay e già si è occupato di tematiche e personaggi omosessuali in altri suoi lavori. E' un regista indipendente di tutto rispetto, in ogni caso da tenere d'occhio.

Sarà ormai chiaro che questo film non mi è piaciuto granchè. Non per le tematiche ma per il modo, lo stile. Mi ricorda un altro film sempre con Julianne Moore, Lontano dal paradiso, acclamato dalla critica e anche questo proprio poco apprezzato da me.

L'ambiente sociale altoborghese, frivolo e formale, apparentemente dorato, dove tutto rimane alla superficie è fin troppo mostrato, come se soltanto quella fosse la causa di tutti i mali.

... Ritornerò su questo argomento.

domenica 21 novembre 2010

CINEMA: Inception*** di Christopher Nolan


Ecco l' Inception nostrano, ben più inquietante di quello attualmente presente nelle sale cinematografiche. Il film lo conosciamo tutti perchè lo viviamo ogni giorno, così pure il regista, che in questi anni è riuscito a depredarci di ogni sogno. Ci vorrebbe qualcuno che gli impiantasse una certa idea ...

Inception di Christopher Nolan è un film costosissimo, circa 200 milioni di dollari. I film con budget così elevati mi insospettiscono sempre, temo che si dia priorità al contorno piuttosto che al contenuto vero e proprio ...
Sono andata a vederlo innanzitutto perchè seguo i film principalmente per regista, e Christopher Nolan (di cui avevo visto Memento, Insomnia, The prestige) mi era piaciuto molto finora. E poi perchè mi affascinavano i temi trattati, la trama stessa. Che è complicatissima! Eccessivamente.

Allora ... Dom Cobb (Leonardo di Caprio) è in grado di entrare nei sogni altrui per prelevare i segreti più nascosti. Viene contattato da Saito, un potente industriale giapponese, che gli chiede non di prelevare sogni o idee, ma di provare l'operazione opposta, ovvero l'inserimento di un'idea che si radichi profondamente nella mente di una persona. La persona in questione è Robert Fischer Jr. il quale, alla morte del dispotico padre, dovrà persuadersi a distruggere l'impero ereditato. In tal modo Saito avrà campo libero. In cambio darà la possibilità a Cobb di ritornare negli Stati Uniti dove è ricercato per l'omicidio della moglie. Cobb accetta e si fa affiancare da una squadra di professionisti, di cui fa parte la giovane Ariane, architetto di spazi virtuali. Dovendo entrare nei livelli più pronfondi del subconscio, si mischieranno paure e sensi di colpa, mettendo in pericolo se stesso e le persone che lo accompagnano in questo percorso. 

L'intreccio è complesso, difficile da raccontare; il ritmo, da un certo punto, è fin troppo frenetico e ricco di continui imprevisti e colpi di scena.
Si fa fatica a seguirlo anche perchè, per quanto mi riguarda, c'è troppa azione fine a se stessa. Gli effetti speciali li ho trovati invece mirati e adatti ad un film di questo genere.
Troppo lungo, dura 2 ore e mezza ... non vedevo l'ora che finisse.

La vera essenza del film, secondo Nolan, è il fatto che "un'idea installata nella nostra mente possa rappresentare il parassita più resistente e potente e che l'idea che qualcuno possa avere la capacità di invadere i sogni, nel senso reale del termine, e di rubare idee, anche la più privata, è estremamente avvincente". E questa è la parte più interessante. Anche la regia è tecnicamente perfetta, però alla fine a me il film ha trasmesso molto poco, non c'è nulla che io abbia interiorizzato. Lo dimenticherò molto in fretta, meno male che ne ho scritto ...

Pare che la sceneggiatura di Inception fosse già stata proposta a Nolan dieci anni fa', ma fu messa da parte in quanto considerata troppo simile alle tematiche di Matrix, uscito nel 2009. Infatti, è proprio così. Anche ora, a distanza di tanti anni, Inception fa venire in mente Matrix, ma purtroppo non ha nulla, ma proprio nulla, dell'incredibile fascino di Matrix e dei suoi personaggi leggendari e molto più caratterizzati. Chi non ricorda Neo (Keanu Reeves), l'Eletto, con il suo mitico impermeabile nero, gli occhiali neri, l'espressione perennemente seria e pensierosa? E Morpheus (Laurence Fishburne)? E le belle atmosfere alla Blade Runner? Viva Matrix!
 

DVD: Man on the moon**** di Milos Forman - 1999



Era uno di quei dvd che da tempo immemorabile stava sugli scaffali della mia libreria e si impolverava sempre di più. Mi dicevo sempre: -Sì, poi lo guardo, poi lo guardo ...- pur sapendo che doveva essere bello, la critica internazionale ne ha parlato benissimo in modo praticamente unanime. E, aggiungo, con sacrosanta ragione. Infatti è straordinario! Divertente, originale e insolito.

E' ispirato ad una storia vera, è la biografia di Andy Kaufman (1949-1984), comico/showman americano particolarmente eccentrico e al di fuori degli schemi. Personaggio incredibile e atipico. Grande provocatore, amava confondere e disorientare il pubblico con gag al limite del surreale, spesso inscenando liti, risse o situazioni da schock. Da molti ritenuto geniale, da altri un cialtrone, comunque faceva discutere ed era carismatico. Io l'ho trovato fantastico, anche perchè il suo è un tipo di comicità (definita anche anti-humour) che apprezzo.
Inoltre Andy Kaufman era un ottimo compositore, musicista, cantante e ballerino. Che tipo!

Il titolo del film deriva dalla canzone dei R.E.M. "Man on the moon", presente nella colonna sonora.

Non conoscevo Andy Kaufman, se non superficialmente, e questo film mi ha molto incuriosita sul personaggio, affascinante e stralunato, così mi sono documentata meglio e ho visto molti suoi video originali. Ecco un "best of":



Jim Carrey rende alla perfezione il personaggio, a metà strada tra genialità e follia; da sempre un grande ammiratore dello strampalato comico americano, pare abbia fatto di tutto per ottenere la parte.
Curiosità: Jim Carrey e Andy Kaufman sono nati entrambi il 17 gennaio...
Altra: l'imitazione che faceva A. Kaufman di Elvis era la preferita dal re del rock'n'roll!

Domanda: possibile che Albanese abbia preso ispirazione per alcuni suoi personaggi dal "Tony Clifton" di Kaufman??? Perchè no? Questo l'ha notato mio figlio (di 8 anni) vedendo il film. E credo abbia persino ragione!

Danny De Vito ha un gran bel ruolo, interpreta l'agente di Andy e da subito intuisce il suo strano talento e ne avverte il potenziale. Il loro rapporto si evolve in un'affettuosa e forte amicizia che li accompagnerà per tutta la vita.

Si vede fin dalle prime scene la mano esperta di un regista capace, Milos Forman, che tra i tanti film (Hair, Amadeus, Larry Flint, Valmont, L'ultimo inquisitore, etc.) ha realizzato il capolavoro "Qualcuno volò sul nido del cuculo" (con Jack Nicholson) che gli valse 5 premi Oscar.

Io l'ho trovato incredibilmente interessante, e poi così tanto divertente ...  Allo stesso tempo sa essere commovente, irriverente e introspettivo. Assolutamente da vedere, sì!

giovedì 18 novembre 2010

DVD: L'amore che non muore **** di P. Leconte - 2000

Il titolo originale è La veuve de St. Pierre (La vedova di St. Pierre). Indicativo, dato che veuve in francese significa vedova ed è anche, nell'antico dialetto francese, la ghigliottina.
La storia è ambientata su una piccola e sperduta isola francese del Canada, si svolge nel 1850 e parla di un capitano (Jean-Daniel Auteuil) e di sua moglie (M.me La-Juliette Binoche) che devono ospitare un condannato a morte (Emir Kusturica) nella cella sotto la propria abitazione in attesa dell'arrivo della ghigliottina dalla Francia.
M.me La, appoggiata dal marito senza riserve, combatterà con ogni mezzo per evitare la ghigliottina al condannato.

- La bellezza è contagiosa - ho pensato mentre vedevo il film: M.me La è una donna anticonvenzionale per quei tempi (e anche per gli attuali!), non comune e di grande spessore morale. Moderna e coraggiosa, generosa, di animo nobile, intelligente. Poco alla volta il rapporto con il condannato diventa più stretto e l'uomo è appunto contagiato e migliorato dalla straordinaria umanità della donna, praticamente redento. L'uomo che ha ucciso e l'uomo successivo non sono più la stessa persona; e questo nuovo e diverso uomo non meritebbe più la pena di morte.
Ed ecco che il film assume una valenza sociale e dimostra che la possibilità di recupero di una persona che ha gravemente sbagliato non è pura utopia.

Il marito di M.me La (Jean), uomo di altrettanto valore umano, appoggia senza indugio la moglie quando questa cerca di salvare il condannato dalla ghigliottina, anteponendo gli ideali di giustizia e l'amore immenso per la donna ("Ti amo perchè sei come sei") anche alla propria vita.
I personaggi principali sono di una struggente bellezza, in particolare Juliette Binoche riesce a rendere il suo personaggio di un'intensità... Allo stesso modo il marito e il condannato fanno parte di una rara e preziosa umanità, in parte perchè beneficiano della presenza di lei e in parte perchè hanno già dentro di loro la bellezza e sono portati a recepirla. Altrimenti non funziona.

Patrice Leconte narra la storia, avvincente e scorrevole, con grazia e poesia. Come ha fatto in tanti altri film. Lui sì, deve avere per forza una generosa dose di bellezza per raccontare in questo modo...
Tanti e importanti sono i temi trattati: l'amore immenso e al di sopra di tutto; il coraggio di portare avanti i propri ideali e di contrapporsi ai poteri forti; la fedeltà alle proprie idee e quindi a se stessi; la fede nell'uomo; la contrapposizione alla pena di morte; la critica verso una società feroce e ipocrita. Difficile trattarli tutti in modo approfondito. Eppure Leconte riesce a farlo e nel modo più appropriato. 

Finito il film si rimane senza parole, emozionati e migliorati. Dalla bellezza del film.


mercoledì 17 novembre 2010

CINEMA: Una vita tranquilla*** di C. Cupellini


E anche il mio primo commento sarà tranquillo, il film non è niente male, non entusiasmante ma neppure troppo criticabile.
Insomma un bel noir, cupo come le musiche che lo accompagnano, asciutto come la cronaca dei fatti che brutalmente irrompono nella "vita tranquilla" di Rosario, ristoratore e albergatore italiano in Germania con una bella famiglia in perfetto stile "Mulino Bianco".
Ovviamente ignara del suo passato.
Rosario è un ex-camorrista che ha fatto perdere le proprie tracce in Italia, ma che sarà costretto a fare i conti con la vita passata che riaffiora nel suo placido presente.

Interessante per la regia, che non lascia spazio alle emozioni, per i temi della doppiezza e dell'impossibilità di ricrearsi una vita dalle ceneri roventi di un'altra, della verità da cui non si sfugge. Bello l'intreccio e perfettamente in parte gli attori.

Che aggiungere su Tony Servillo che non sia già stato detto e stradetto? Nulla, è una tale certezza assoluta! La sua sola presenza scenica basterebbe a fare di un film mediocre un film di buon livello. Anche se qui la presenza dell'attore crea un equivoco di fondo: la trama e il personaggio ricordano "Le conseguenze dell'amore" di Paolo Sorrentino, intrepretato dallo stesso Servillo. E' così in effetti, anche se nelle varie interviste Servillo nega una somiglianza tra il Rosario di "Una vita tranquilla" e il meraviglioso, e da me amatissimo, Titta Di Girolamo di "Le conseguenze dell'amore" . In sala, vedendo il film, non ho potuto fare a meno di paragonarli, è automatico... E non avevo ancora ascoltato l'intervista. 
Per me Rosario è la versione più estroversa di Titta di Girolamo, ma anche altri sono i punti in comune: entrambi esiliati, con un passato ingombrante, con una parvenza di vita; ed entrambi con un'umanità che risulterà fatale. Il primo più innocente, passivo e  romantico, il secondo più attivo e spietato, pronto a tutto pur di evitare la morte, anche a costo di una pseudo-vita. Convincenti i due giovani attori che interpretano il figlio Diego (Marco D'Amore), vulnerabile, ferito dall'abbandono del padre, attirato da una vita normale ma consapevole dell'impossibilità di viverla ed il suo amico Edoardo (Francesco Di Leva), più sbruffone e  irritante, insomma un po' lo stereotipo del classico italiano mafiosetto all'estero.

Marco D'Amore        Francesco Di Leva

Il regista Claudio Cupellini, dopo aver realizzato cortometraggi e commedie (l'ultima il romantico "Lezioni di cioccolato") passa inaspettatamente e abilmente al noir.  
E' certo che la presenza di un fuoriclasse come Tony Servillo è valsa a dare lustro al film e a creare maggiore interesse. Io sono andata a vedere il film principalmente per lui.

Niente male il finale. Come vorrei fare un commento in proposito, varrebbe la pena parlarne ...  ovviamente non lo faccio, anche se sarei molto, molto tentata !!!